venerdì 18 settembre 2009

Sgozzata dal padre, ma per l’Unità è colpa di Berlusconi

Sanaa non è stata uccisa solo da suo padre, il quale ha deciso che piuttosto che vedere la figlia fidanzata con un italiano era meglio sgozzarla e lasciarla morire dissanguata come un animale. Già da ieri sapevamo che la colpa è tutta della ragazza, parola di sua madre. Ma da ieri sappiamo anche, grazie all’Unità, che è colpa degli italiani, dell’Italia che ha dato “una mano alla mano assassina”. Non stiamo scherzando. Prendete l’articolo pubblicato dal giornale di Concita, che si è sempre tanto spesa per le donne e i loro diritti. E’ tutto lì, scritto chiaramente, senza tanti giri di parole. Sì, siamo noi i colpevoli, con “la bassa considerazione che abbiamo delle donne”. E la Lega, che ha osato collegare lo squallido omicidio all’Islam, dovrebbe solo vergognarsi. Di più: secondo la giornalista somala che ha scritto il pezzo, dovrebbe pure scusarsi con la comunità musulmana, magari (aggiungiamo noi) con la madre di Sanaa, che ha già perdonato il povero marito sgozzatore indiscutibilmente provocato dall’atteggiamento della figlia diciottenne. D’altronde, cosa volete… “in Italia una donna viene uccisa ogni due giorni, i numeri parlano chiaro: le donne sono in pericolo”. E perché sarebbero in pericolo? Beh, per colpa di Berlusconi, ovviamente. “Ricordiamoci che siamo nell’Italia delle escort, e molti nel Paese trovano normale prostituirsi per raggiungere un posto di potere”. Il pericolo per le donne è legato “allo squilibrato rapporto tra i sessi, al continuo considerare la donna una merce”.
E’ difficile commentare questa spazzatura, questo passare sopra i morti per dare comunque addosso a Berlusconi. Collegare lo sgozzamento di una ragazza colpevole solo di essersi innamorata di uno straniero alle escort (e quindi al Presidente del Consiglio) è qualcosa di subdolo, di schifoso, di infame. E poi parlano tanto di libertà di stampa, gridano all’attentato alla libertà quando piovono le querele. Se la libertà di stampa è questa, forse è meglio ripensarne il concetto. Perché questa è unicamente libertà di vomitare letame.

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