martedì 29 settembre 2009

BERLUSCONI: A L'Aquila un nuovo miracolo italiano


"Il piano di costruzione degli alloggi per i terremotati d’Abruzzo, procede come previsto. Stiamo riuscendo nel miracolo". Lo ha affermato il presidente Berlusconi, intervenendo telefonicamante alla trasmissione ’Unomattina’. "Come promesso in cinque mesi consegnamo i primi 400 appartamenti".
Berlusconi ha espresso la sua "grande soddisfazione, la sua grande gioia" per la consegna delle case, che "saranno piu’ sicure, piu’ solide" di quelle cadute o lesionate e "in grado di affrontare terremoti anche di maggiora danno" di quello del 6 aprile scorso. Il nostro presidente del Consiglio ha osservato che "non ci sono cose in negativo, cose che abbiamo il dispiacere di non essere riusciti a realizzare". Certo, i tempi per la ricostruzione del centro storico de L’Aquila saranno piu’ lunghi, forse ci vorranno piu’ di 5 anni", magari "7 anni" ma "tutto tornera’ come prima". Berlusconi ha voluto ricordare gli impegni presi dai leader del G8 per contribuire alla ricostruzione. "Il ministro Bondi e’ impegnato tutti i giorni in contatti con i suoi colleghi dei Paesi che si sono impegnati a contribuire a ricostruire" chiese, monumenti lesionati dal sisma. "Dobbiamo essere sicuri che soprattutto le chiese torneranno come erano, e forse meglio, prima del terremoto". Il premier infine, di fronte alle sollecitazioni che arrivano sull’universita’ del capoluogo abruzzese, assicura che l’ateneo aquilano sara’ ricostruito in tempi rapidi e con l’obiettivo di farne "una universita’ di eccellenza, di livello internazionale". Gli appartamenti che vengno consegnati ai terremotati diventeranno, una volta completata la ricostruzione e lasciati liberi dalle famiglie che saranno tornate nelle proprie abitazioni, alloggi per gli studenti realizzando cosi’, un campus universitario".

domenica 20 settembre 2009

Panfili all'Assemblea degli Eletti

Cari amici,
cari colleghi e Dirigenti di Partito

prendo la parola in questa sede nella doppia veste di Consigliere Provinciale e, mi verrebbe da dire soprattutto, in quella di affezionato militante di questo partito. Un’esperienza politica la mia, che non mi permette di scindere le due cose, vengo da una tradizione politica lontana e, come tutte le abitudini di vecchia scuola, difficile da cambiare! Finalmente l’occasione utile per confrontarci su alcuni temi quotidiani, per riflettere su questioni cui dobbiamo dare risposta in primis a noi stessi, quali militanti di un movimento che non deve avere la presunzione né solo l’ambizione di essere il primo partito italiano ed europeo, ma che deve puntare all’affermazione di quei Principi e di quelle Idee che guidano la nostra vita nell’esperienza di tutti i giorni.

Abbiamo sempre sentito la necessità di un confronto e, come primo spunto, vorrei sottolineare che l’appuntamento di oggi è già tardivo. Siamo stati catapultati in una realtà di Partito unico senza aver prima costruito i necessari legami propri di una Comunità umana, prima che politica con tutte le difficoltà e le contraddizioni che ne sono conseguite. Un Partito è unità di singoli uomini che si ritrovano in una battaglia comune forti di Valori ed Idee condivisi. Non è ammissibile un Partito che sia la casa di tutti, ben vengano le più aspre differenze e distinguo purchè non si arrivi a contraddizioni interne che sviliscono l’essenza stessa del movimento. Rifiuto di appartenere ad un mondo costruito solo sul grande carisma del suo leader, i partiti, quelli di “vecchia” e sana memoria sono sopravvissuti, pur essendo nel frattempo cresciuti e cambiati, ai loro leader, perché forti di un patrimonio e di un retro-terra culturale che oggi dobbiamo riscoprire insieme. Per questo motivo avrei voglia di capire fino in fondo: cos’è il PDL! Un Partito di ex è una definizione che non possiamo accettare e che non vogliamo sostenere davanti alle nostre comunità di militanti.
Un accozzaglia di ex che si ritrovano insieme per essere contro la sinistra e le sue bugie, non è una bandiera che può infiammare gli animi dei nostri militanti né smuovere le coscienze di chi oggi è politicamente altrove! “Dovevamo unire due organigrammi, perché il popolo del Pdl era già coeso, era già un tutt’uno, era già più avanti rispetto ai due partiti!” Rischiamo semplicemente di raddoppiare una classe dirigente che è già somma di personalismi! Nello scacchiere politico, se non abbiamo una forte personalità, individuale e di Partito, dobbiamo ricorrere a squallide logiche di personalismo per dover tutelare piccole posizioni di rendita che risultano incomprensibili ai nostri elettori. Il punto è dunque quello di recuperare da subito il tempo perso, costruire immediatamente un Partito che sappia mostrare i muscoli e che sia pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Occorre che da subito si prevedano momenti di incontro e di confronto, non tra di noi (seppur utilissimi), ma direttamente con la nostra gente, quella che non si candida e che troviamo nelle nostre sedi al momento delle elezioni, i militanti, i simpatizzanti, i volontari. Non voglio un partito di rappresentanti eletti, se si corre il rischio di mandare nei consessi elettivi persone prive di rappresentatività! Non entro nelle polemiche nazionali, e non sono d’accordo con alcune dichiarazioni del Presidente Fini, ma su di una cosa ha ragione: non c’è ancora dentro questo partito una sede dove poter dire di non essere d’accordo!
In maniera telegrafica, vi sottopongo alcune questioni:

- recuperare immediatamente il contatto con gli iscritti, che non può essere gestito dai singoli, e che è il momento migliore per valutare la rappresentatività effettiva di ognuno e la sede ideale per istituire il laboratorio politico di cui abbiamo bisogno! Lamentavamo, all’interno di AN, come anche dentro FI, una certa oligarchia – per non dire monarchia di leader – a ricaduta non possiamo permettere che ciò si verifichi nei territori. E quindi chiedo l’istituzione di organi, magari soltanto provvisori in attesa delle direttive nazionali che meglio struttureranno il movimento, adibiti al confronto dove valorizzare prima degli eletti, i militanti, che sono i nostri veri elettori. Quante volte abbiamo denunciato l’incompatibilità tra eletti e coordinatori: oggi abbiamo la possibilità di cambiare le cose.

- Istituire immediatamente un’assemblea di soggetti incaricati dell’appuntamento elettorale regionale, nella quale chiarire quelle che sono le nostre aspettative. Se davvero vogliamo vincere la Regione dell’Umbria dobbiamo mettere in campo le nostre migliori forze, il che significa candidare tutti quei soggetti che hanno dimostrato un peso consistente, nessuno escluso, anche a costo di sacrificare qualche piccola e trascurabile riserva di voti personali. Una classe dirigente non può avere paura della crescita del partito né tantomeno, può anteporre il proprio successo personale agli interessi - non dico del movimento - ma dell’intera popolazione umbra, che da troppi anni ormai attende un cambio di gestione politica!

La parola d’ordine, e scusate ancora l’ennesima espressione da passionale militante, deve essere quella di “strutturarci”, forti dell’entusiasmo che ancora ci circonda e dei successi che il Governo porta a casa quotidianamente, organizzati, decisi e combattivi per essere pronti, da subito, a vincere – e quando dico vincere, non mi riferisco ad una spartizione di poltrone, ma a quella rivoluzione culturale e politica che a livello nazionale è già cominciata e che, in Umbria, sta aspettando soltanto noi! Ci chiedono di volare più alto…non possiamo sottrarci a questa sfida!


Giampiero Panfili
Consigliere Provinciale PdL

venerdì 18 settembre 2009

Sgozzata dal padre, ma per l’Unità è colpa di Berlusconi

Sanaa non è stata uccisa solo da suo padre, il quale ha deciso che piuttosto che vedere la figlia fidanzata con un italiano era meglio sgozzarla e lasciarla morire dissanguata come un animale. Già da ieri sapevamo che la colpa è tutta della ragazza, parola di sua madre. Ma da ieri sappiamo anche, grazie all’Unità, che è colpa degli italiani, dell’Italia che ha dato “una mano alla mano assassina”. Non stiamo scherzando. Prendete l’articolo pubblicato dal giornale di Concita, che si è sempre tanto spesa per le donne e i loro diritti. E’ tutto lì, scritto chiaramente, senza tanti giri di parole. Sì, siamo noi i colpevoli, con “la bassa considerazione che abbiamo delle donne”. E la Lega, che ha osato collegare lo squallido omicidio all’Islam, dovrebbe solo vergognarsi. Di più: secondo la giornalista somala che ha scritto il pezzo, dovrebbe pure scusarsi con la comunità musulmana, magari (aggiungiamo noi) con la madre di Sanaa, che ha già perdonato il povero marito sgozzatore indiscutibilmente provocato dall’atteggiamento della figlia diciottenne. D’altronde, cosa volete… “in Italia una donna viene uccisa ogni due giorni, i numeri parlano chiaro: le donne sono in pericolo”. E perché sarebbero in pericolo? Beh, per colpa di Berlusconi, ovviamente. “Ricordiamoci che siamo nell’Italia delle escort, e molti nel Paese trovano normale prostituirsi per raggiungere un posto di potere”. Il pericolo per le donne è legato “allo squilibrato rapporto tra i sessi, al continuo considerare la donna una merce”.
E’ difficile commentare questa spazzatura, questo passare sopra i morti per dare comunque addosso a Berlusconi. Collegare lo sgozzamento di una ragazza colpevole solo di essersi innamorata di uno straniero alle escort (e quindi al Presidente del Consiglio) è qualcosa di subdolo, di schifoso, di infame. E poi parlano tanto di libertà di stampa, gridano all’attentato alla libertà quando piovono le querele. Se la libertà di stampa è questa, forse è meglio ripensarne il concetto. Perché questa è unicamente libertà di vomitare letame.

giovedì 17 settembre 2009

Kabul,attacco agli italiani:6 morti. AG piange i suoi militari

Cari amici, ancora una volta l'ITALIA piange i suoi figli morti per una nobile causa, la difesa della libertà. Questa mattina sei militari del corpo paracadutisti della Folgore hanno perso la vita mentre scortavano un veicolo afghano a Kabul.Azione Giovani Spoleto ricorda i propri martiri. Questi attacchi non fermeranno la nostra missione, non fermeranno la nostra volontà di riportare la Libertà in un Paese che da poco tempo sta riassaporando i valori di una sana democrazia.


In Alto i Cuori.

mercoledì 16 settembre 2009

Angelo 'fiume in piena' Loretoni

Quando si dice "non avere paura di nulla". Angelo Loretoni, candidato a sindaco per il centrodestra alle scorse comunali, attualmente capo dell'opposizione, torna a battere sulla questione polizze assicurative nelle partecipate, non disdegnando di toccare anche il tasto sanitàe gestione dei malati più anziani.Oggi pomeriggio, durante le comunicazioni nella seduta del consiglio comunale, il capogruppo ha dapprima lamentato la lentezza - a suo modo di vedere - con la quale l'amministrazione risponderebbe ai quesiti e alle interrogazioni dei vari consiglieri e, a tal proposito, ha proposto l'istituzione di un Question time (la cui convocazione, entro breve, è stata confermata dal presidente del consiglio Lisci), con risposta immediata da parte del sindaco e della giunta.Dopodiché, prendendo spunto dall'avvenuta cessazione della gestione del cimitero comunale da parte di una ditta privata, e la mancata assegnazione dei lavori all'Ase causa necessità di appalto pubblico, Angelo Loretoni si è lanciato in una disquisizione a 360 gradi sul mondo delle partecipate, sui loro consigli d'amministrazione e sulla gestione delle polizze assicurative."Si tratta di un precedente molto importante - ha dichiarato l'ex candidato sindaco - perché se i lavori che una volta erano dati in affidamento diretto alle partecipate ora devono essere appaltati, allora vuol dire che occorre ridisegnare tutto il sistema relativo a questo tipo di aziende". Poi L'affondo più eclatante, su di un argomento che a Loretoni è già costato una querela durante la campagna elettorale. "Sto verificando le assicurazioni stipulate dalla Valle umbra servizi, ed ho appurato che quasi tutte le polizze sono state contratte con l'Unipol. Un ex membro del consiglio d'amministrazione Vus (Angelo Mariani, vale a dire colui che ha querelato Loretoni, ndr) fa parte dell'Unipol. Ora il consiglio d'amministrazione è cambiato (la scorsa settimana, ndr), ma rimane il fatto che il conflitto di interessi è stato perpetrato negli ultimi cinque anni. Poi ce ne sono anche altri, all'interno delle varie partecipate". Visibile, un sorriso imbarazzato ha attraversato i volti di più di un consigliere, non soltanto quelli di maggioranza. Anche perché l'irriducibile capo dell' opposizione è repentinamente passato all'argomento sanità, con particolare riferimento all'assistenza dei più anziani."Questo servizio - ha spiegato Loretoni - è strutturato su tre livelli: c'è l'assistenza a domicilio, poi in una struttura convenzionata in affidamento diretto e poi, infine, il ricovero in ospedale, in stanze triple, piccole, dove spesso gli anziani in fase terminale si trovano a contatto con pazienti giovani. Attorno a questo che non esito a definire ‘affare', visto che di soldi si parla anche se c'è collegato un aspetto sociale importantissimo, gravitano l'Azienda sanitaria locale e alcune cooperative. Tempo fa avevo chiesto in commissione se mai si fosse presentata, in passato, qualche azienda privata con una sua proposta di gestione, come avviene in alcuni Paesi limitrofi al nostro, ad esempio Germania e Svizzera. Mi è stato risposto di no, ma sto indagando in merito e sono già venuto a sapere che un gruppo di imprenditori si era effettivamente fatto avanti, proponendo l'utilizzo di tecnologie tedesche per la gestione della sanità locale. Ritengo - ha concluso Loretoni - che sarebbe oltremodo auspicabile portare anche a Spoleto questo tipo di aziende, in previsione di un sempre maggior numero di anziani visto anche l'allungamento della vita media".
di Daniele Ubaldi

martedì 15 settembre 2009

Il Pd sfotte i terremotati: "Comparse" Ma oggi inizia la consegna delle case

Si può sempre fare di meglio, lo sappiamo. Il Creatore in sei giorni ha montato l'universo, talmente bene e talmente in fretta da concedersi persino un giorno di riposo alla fine del maestoso bricolage. Ma a Berlusconi, che pure non ha mai nascosto di considerarsi soltanto un gradino sotto, nemmeno il più carogna degli avversari potrebbe onestamente chiedere di meglio. Cinque mesi dopo il terremoto criminale, le prime case sono pronte. Case vere, come si compiace di specificare il premier, non baracche e container. Oggettivamente un enorme salto di qualità per la fulgida tradizione di questa garrula nazione, dove da sempre i terremotati invecchiano malinconicamente nell’attesa di chissà quando, veri precari della vita.Sembrerebbe un bel momento. È un bel momento. Eppure nemmeno questa volta si riesce a gustare l’avvenimento in normale serenità. Così Franceschini, capo dell’opposizione, partecipa alla simbolica consegna: «È un reality in cui i terremotati sono trasformati in comparse». La dichiarazione trasuda un’incontenibile partecipazione umana, diciamo.Ora: è vero che l’opposizione dura non può permettersi cedimenti sentimentali e ciglia umide. È vero che la vicenda Vespa-Floris pesa come un macigno sull’intera vicenda. Ma reality per reality bisognerebbe pur dire che comunque questo si presenta come il più bel giorno italiano di un brutto 2009, o uno dei più belli. Un giorno di tenue speranza. Un giorno di tiepida consolazione, perché quanto meno dimostra - in dosi ancora omeopatiche - che anche noi, dannazione, quando decidiamo di fare le cose seriamente, seriamente le facciamo.Questo e altro, tutto quanto sovrastato dai timidi sorrisi dei primi aquilani messi a dimora, dovrebbe sconsigliare almeno il sarcasmo politico. Ci sono famiglie che hanno sofferto una tragedia, che sono rimaste senza nulla, che sotto le tende hanno trepidato nelle gelide notti di aprile e nelle torride giornate d’agosto: queste stesse famiglie adesso si sistemano in abitazioni decorose, realizzando un sogno, e non è per niente elegante dire che saranno comparse di uno squallido reality. Almeno loro, almeno la sincerità e la serietà del loro sollievo, dovrebbero restare fuori da questo nuovo pollaio politico.Certo il premier non è tipo da comprimere dentro di sé la soddisfazione delle proprie opere. Questa sfida dell’Aquila l’ha preso molto più di tutte le altre, sin dall’inizio. L’ha mandata avanti nel suo stile pop, con lo stesso, cocciuto, tenace orgoglio di quand’era solo imprenditore, puntando dritto al risultato. E adesso che il risultato c’è, inutile chiedergli di sparire dalla scena: non è da lui. Passionale com’è, per nessun motivo al mondo si perderebbe il gusto di questa vittoria. Dei primi sorrisi all’Aquila. Se non fosse che alle spalle rimane comunque un dramma epocale, se non fosse che ancora tante famiglie restano in attesa delle prossime case, lo vedremmo ballare sui tavoli, scamiciato e canterino. Non è escluso che lo faccia, alla consegna dell’ultimo trilocale. Lui e Bertolaso, in coppia, come due reduci a fine guerra.I commenti acidi di Franceschini rinfocolano invece l’idea della bassa speculazione, di un premier cinico e bieco che usa la catastrofe per sgraffignare consenso. È l’eterna teoria del potere ruffiano e paternalista, che ha nell’icona dei Gava e delle scarpe regalate agli elettori la massima rappresentazione. Ma mettiamo pure che Franceschini sia il più lucido, il più scafato, l’unico a vederci chiaro. Attribuiamo al premier le più squallide motivazioni. E diciamo pure che i terremotati si prestano a fare da povere comparse nei suoi spottoni televisivi. Che ci resta?Una volta tanto, ci resta comunque un innegabile capolavoro di pronto intervento e di solidarietà umana. Ci resta, una volta tanto, la consapevolezza che i fatti possono vincere sulle parole. È moltissimo. Alla politica, da tempo, nessuno si sogna più di chiedere un mondo incantato: basta che faccia quello che serve, possibilmente bene, possibilmente presto. Il reality che non piace a Franceschini è esattamente quello che in aprile, all’indomani delle scosse mortali, gli aquilani chiedevano. Come dimenticarli. Lo chiedevano le nonne sedute sotto il sole, in attesa di una tenda, fuori dal campo sportivo. Lo chiedevano i padri di famiglia con i loro quattro stracci in spalla, senza sapere cosa dire ai bambini che tenevano per mano. Chiedevano, imploravano, pretendevano una casa sicura, il prima possibile. Prima dell'inverno. Saranno pure ingenue comparse, ma questo hanno ottenuto. La casa. Una realtà più solida di qualsiasi reality.

giovedì 10 settembre 2009

L'incontro del Presidente Berlusconi con la Giovane Italia

"I nostri giovani sono missionari che devono andare a divulgare il verbo della realtà e dell’ottimismo". Così il presidente del Consiglio e leader del Pdl, Silvio Berlusconi, si è rivolto agli oltre 8 mila giovani del Popolo della libertà, per la prima volta insieme, che hanno preso parte alla giornata inaugurale di ‘Atreju '09 – Oltre ogni muro’, da quest'anno festa della Giovane Italia. Sul palco a moderare il confronto ‘senza rete’ il ministro della Gioventù e leader della Giovane Italia, Giorgia Meloni, con la quale il premier si è intrattenuto in simpatici siparietti.
L'arrivo di Berlusconi è stato caloroso: entrata dall'ingresso principale e passerella tra gli stand e colonne di persone ai suoi lati, nelle vie dai nomi goliardici ('Via Castro da Cuba', 'Piazza delle maestre di italiano vittime di Di Pietro', 'Largo san Walter protettore del Pdl'). Poi sul palco, dopo gli iniziali applausi e il coro 'Silvio, Silvio, Silvio', il premier ha cantato l'inno di Mameli assieme ai giovani e ha iniziato a impartire loro una lunga lezione sull'attività di governo. Ha promesso misure edilizie in favore dei giovani, garantito che verrà cambiata la Costituzione per consentire ai diciottenni di essere eletti alla Camera e ai venticinquenni al Senato, annunciato la riforma dell’Università che premierà il merito e ha anticipato di lavorare alle celebrazioni in 100 città italiane per il ventennale della caduta del Muro.
Una platea gremita e attenta che ha riso quando Berlusconi ha indicato a chi gli ha fatto una domanda la posizione giusta per essere in favore di telecamera. O quando Giorgia Meloni ha provato a interromperlo e si è presa un affettuoso rimbrotto: “Ora parlo io – ha sorriso il Cavaliere - perché in Consiglio dei ministri parli solo tu... Mi sto prendendo una piccola rivincita...”.Berlusconi poi, nei quasi 90 minuti del suo intervento, ha anche parlato del Pdl: un partito “aperto” e “liberale”, al limite dell'anarchico e dunque pronto ad accogliere le idee di tutti e a battersi per difenderle. Certo, il primo “movimento del centrodestra, che punta a diventare veramente maggioritario nel Paese” arruolando “tutti i moderati e liberali italiani”, ha anche bisogno di “missionari della realtà”. Un partito che si affida alle scelte “di coscienza” sui “temi etici” e dunque che “non è una caserma”. “Rispetto la libertà di espressione – ha sottolineato il premier - perché siamo dei liberali e siamo pronti a lottare perché ciascuno possa esprimere la sua libertà”.Un confronto molto positivo dunque che ha trovato il leader del Pdl molto compiaciuto, così come lo è stato quando i giovani lo hanno applaudito per il saluto finale e hanno ricambiato con la frase: “La nostra patria è laddove si lotta per la libertà”.
Non prima però che ad Atreju ’09 fosse scattata una delle foto più belle e rappresentative: nella suggestiva cornice all’ombra del Colosseo sul palco è salita la campionessa mondiale di nuoto Federica Pellegrini per ricevere dalle mani del ministro della Gioventù e del presidente del Consiglio il ‘Premio Atreju ‘09’ quale ‘simbolo di una generazione che con grande sacrificio mette a frutto il proprio talento compiendo imprese sportive in grado di stupire il mondo intero’.

mercoledì 9 settembre 2009

BERLUSCONI: Il voto agli immigrati è un subdolo stratagemma comunista

"Il fatto che non ci sia liberta’ di stampa in Italia e’ una barzelletta di questa minoranza cattocomunista e dei suoi giornali che purtroppo sono il 90%. Liberta’ di stampa non e’ liberta’ di mitificare, di insultare e di calunniare e per questo mi sono rivolto alla magistratura". Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi che è intervenuto a ’Mattino cinque’, la trasmissione di Canale 5, parlando delle polemiche suscitate dopo la presentazione delle querele alla Repubblica e all’Unita’ e della mobilitazione che la Federstampa si appresta a organizzare."Il diritto alla riservatezza è violato sistematicamente dalla sinistra. Nei miei confronti è in atto una campagna eversiva, perché è contro la volontà del popolo. L’ho detto e lo ripeto: povera Italia. Credo che si dovrebbe interrompere qualunque campagna che attacca chiunque su basi false e calunniose".
Sui rapporti col Vaticano, il premier ha osservato: "I rapporti del governo e miei personali con chi guida con prestigio e autorevolezza la Chiesa cattolica sono eccellenti da sempre e sono stati alimentati da un dialogo continuo e tali continueranno a essere".Quanto alla possibilità di dare il voto agli immigrati, il nostro presidente ha commentato: "E’ un subdolo stratagemma che i comunisti immaginano per garantirsi una futura preminenza elettorale. Gli italiani hanno chiaro che Berlusconi difende la sicurezza di tutti gli italiani, evitando che i signori della sinistra aprano le frontiere a chiunque. Il risultato sarebbe un’Italia alle prese con un numero crescente di clandestini, cui la sinistra vorrebbe concedere nel giro di breve tempo la cittadinanza e quindi il diritto di voto. Con questo subdolo stratagemma i comunisti immaginano di garantirsi una futura preminenza elettorale"."In questi 14 mesi di governo abbiamo fatto così tante cose che vado orgoglioso di tutto quello che abbiamo fatto il bilancio lo hanno fatto gli italiani con i loro ultimi voti: ricordo che dopo le politiche abbiamo vinto le regionali in Abruzzo e Sardegna, abbiamo consolidato il nostro primato alle europee e conquistato un numero di amministrazioni locali senza precedenti. Questo è il giudizio degli italiani che viene confermato anche dai sondaggi secondo i quali io veleggio verso il 70% dei consensi. E un primato ineguagliato in tutte le democrazie occidentali dopo un anno di governo. Abbiamo fino ad ora rispettato tutti gli impegni che avevamo assunto in campagna elettorale, dai rifiuti a Napoli all’Alitalia e stiamo riducendo la spesa pubblica e gli sprechi".
Berlusconi è ritornato a parlare dei rapporti con la Libia "C’è qualcuno a cui dispiace che ci arrivino il petrolio e il gas libico o dell’Algeria per meglio ripartire le forniture di energia di cui abbiamo assoluto bisogno?. C’è qualcuno che pensa ancora che le conquiste coloniali siano state una cosa giusta? C’è qualcuno che pensa che sia sbagliato investire sullo sviluppo dell’Africa? C’è qualcuno cui fa dispiacere che le nostre imprese si aggiudichino i più importanti lavori per le infrastrutture dei paesi della costa mediterranea?. C’è qualcuno che ha una proposta credibile per coinvolgere la Libia nella strategia di contrasto all’immigrazione clandestina? Ecco io ai comunisti e ai cattocomunisti ho continuato a porre queste domande precise e nessuno di loro ha saputo rispondermi".
Il Presidente ha sottolineato inoltre che la crisi economica è ormai alle spalle: "Che la crisi economica stia finendo non lo dico soltanto io. Intanto dico che c’è bisogno di fiducia e ottimismo perché con il pessimismo e il catastrofismo della sinistra e dei suoi giornali, la crisi peggiora. Che il peggio sia passato l’ha detto nei giorni scorsi il Fondo monetario internazionale, lo ha detto la Commissione Europea, quindi non lo ha detto soltanto il presidente del Consiglio italiano".
E infine il punto sull’azione del governo nel post terremoto in Abruzzo. "Alla fine di questo mese cioè solo dopo cinque mesi, nessuno starà più nelle tendopoli. Il 15 settembre consegnerò personalmente le prime villette e i primi appartamenti e termineremo come annunciato, entro l’anno. Nessuno pensava che questo fosse possibile, soprattutto i nostri avversari, e invece il miracolo è avvenuto".

venerdì 4 settembre 2009

Vedova e invalida civile licenziata dopo 20 anni di servizio... Azione Giovani è pronta a mettere in atto qualsiasi protesta

Quando si dice "crisi ponderata". Avrebbe tutto il sapore della beffa la storia occorsa ad un'operaia spoletina, vedova e per di più invalida civile, se non fosse che in realtà si tratta di un vero e proprio scandalo, giustificato dai responsabili con l'alibi della crisi economica. "Da circa 20 anni - racconta la donna - lavoravo in un'industria di Spoleto. Agli inizi eravamo più o meno un centinaio di colleghi, poi con gli anni è andata crescendo la crisi economica, al punto che negli ultimi tempi, fra operai e impiegati, eravamo rimasti non più di una 20ina di dipendenti".Poi, verso la fine dello scorso maggio, la dirigenza ha deciso di ridurre ulteriormente l'organico, predisponendo altri nove licenziamenti, quattro dei quali a giugno mentre i restanti cinque a settembre. "Addirittura - ricorda l'operaia - la proprietà aveva deciso di licenziarci senza la mobilità. Poi però l'intervento dei sindacati ha fatto cambiare idea all'azienda".Se non che, al momento di stabilire chi avrebbe dovuto andare in mobilità, la donna - che, oltre ad essere vedova ed invalida, lavorava là da 20 anni - è stata inserita fra i primi quattro operai che avrebbero dovuto lasciare l'azienda il mese successivo."Ho sempre lavorato con serietà e impegno - racconta - senza mai portare un certificato medico. Finché, nel 2004, c'è stato il grave incidente stradale, nel quale ho perso mio marito. Prima di tornare al lavoro ho subito due interventi chirurgici con altrettanti ricoveri in ospedale. Dopodiché, il mio rendimento potrebbe aver subito una leggera flessione, ma è anche vero che da cinque anni sto attraversando un periodo difficile, aiutata da medici specialisti del settore". Fatto sta che la donna si è vista dare inaspettatamente il benservito dopo tanti anni di servizio.Fosse finita qui, la storia sarebbe stata di certo amara ma non eccezionale, purtroppo. Infatti, il mondo del lavoro è orami costellato di casi simili a questo. Ed invece, ciliegina sulla torta, dopo neanche 3 mesi dal suo licenziamento l'operaia è venuta a sapere che l'azienda ha assunto altre due dipendenti, con profili simili al suo. Il tutto senza prima avvisare gli operai già messi in mobilità. Facile immaginare lo stato d'animo della donna: già depressa dalle sue vicissitudini familiari, l'operaia si sente ora presa in giro dai suoi ex datori di lavoro. Presa in giro sì, ma di certo non ancora rassegnata. Sul caso, infatti, è al lavoro gli avvocati dell'operaia, i quali stanno valutando l'atteggiamento tenuto dall'azienda dal punto di vista giuridico. Molto probabile, alla luce degli elementi sinora emersi, che della vicenda possa a breve occuparsi la magistratura ordinaria. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, e che dia ragione ad una delle due parti, la domanda da porsi nell'immediato è la seguente: è moralmente ammissibile tutto ciò? E' rispettoso dell'essere umano e della cognizione stessa del termine "lavoro"?"Reputo vergognoso dal punto di vista lavorativo, imprenditoriale, etico, morale e civile l'atteggiamento dell'azienda protagonista della triste storia", dichiara il consigliere provinciale spoletino Giampiero Panfili, presidente della Commissione Controllo e Garanzia. "Credo che in uno Stato di diritto come, almeno in teoria, è il nostro, sia inammissibile che una vedova, per di più invalida civile, venga licenziata malgrado i suoi 20 anni di servizio e per di più senza giusta causa, mentre dipendenti con meno anzianità e con i suoi stessi profili rimangano regolarmente al loro posto. Ancor più abominevole, e meritevole di approfonditi accertamenti - conclude Panfili -, è la mancata comunicazione del possibile reintegro in organico di due dei quattro operai già in mobilità, che di recente sono stati sostituiti con altrettanti lavoratori di nuova assunzione".

giovedì 3 settembre 2009

La spinosa questione del PalaRota approda in Provincia: interrogazione del consigliere Panfili (Pdl)


Oggetto: Palarota di Spoleto. Premesso che:

- la struttura sportiva Palarota di Spoleto è di proprietà della Provincia di Perugia;

- detto impianto ospita numerose attività che vanno dalla pallavolo, alla ginnastica artistica, al calcio a 5 nonchè viene utilizzato anche dalle scuole per particolari iniziative.


Considerato che:

- la città di Spoleto ha raggiunto importanti traguardi di carattere sportivo e che quindi la struttura del Palarota non è più sufficientemente capiente per gli impegni di carattere nazionale, non avendo ricevuto l'apposita omologazione;

- la capienza del Palarota, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 1400 posti, è stata drasticamente ridotta agli attuali 700 per garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza;

- il Comune di Spoleto, pare abbia previsto la realizzazione di una nuova tensostruttura di circa 99 posti;

- contestualmente si parla di lavori di ampliamento dello stesso Palarota che dovrebbero portare la struttura ad una capienza di oltre 2000/2500 persone entro ottobre del prossimo anno.


Il sottoscritto Consigliere Provinciale del PdL Giampiero Panfili INTERROGA la S.V. per sapere:

- se il progetto esecutivo di ampliamento del Palarota con tutti i relativi allegati, sia già stato redatto;

- quanti fondi siano già stati stanziati e a quanto ammonta l'intera spesa;

- quali tempi si prevedono effettivamente per la consegna dell'impianto alla cittadinanza e se siano già stati presi accordi circa l'affidamento della gestione;

- se non si ritenga opportuno concordare detti lavori con le società sportive che vi operano al fine di ridurre al minimo i disagi per queste realtà;

- come si concilia questo progetto con quello che ha in mente l'Amministrazione Comunale di Spoleto e se tra i due Enti vi sia stato coordinamento nelle scelte.

martedì 1 settembre 2009

Il mistero del Palatenda 1: Profili (Gruppo Misto) interroga la Giunta Comunale


Ho appreso dagli organi di stampa della decisione della Giunta di terminare la realizzazione della tensostruttura per la capienza max di 99 persone. Questo significa, dopo la riduzione del palaRota a circa 700 forse aumentabile a 1000 spettatori, che la città di Spoleto non avrà percirca un anno quelle struttura capaci di ospitare manifestazioni di un certo livello o, qualora si riuscisse ad organizzarle, non si darà l'immagine di una città attrezzata per eventi sportivi con connotazioni turistiche. La data ipotizzata per completare l'ampliamento del palaRota è ottobre 2010: solo questo ad oggi infatti ci è dato sapere perché nel comunicato diramato dal Comune si precisa che il progetto esecutivo è già pronto, però non si specifica né quali siano i rapporti con la Provincia né con quali soldi verrà realizzato.Anche sulla esistenza del progetto esecutivo nutro molti dubbi, perché nella giornata odierna al sottoscritto ed al collega Angelo LORETONI dagli uffici della Direzione PAT, alla richiesta di poter visionare gli allegati necessari per poter parlare di progetto esecutivo, ci è stato riferito che non ne conoscevano l'esistenza. Al massimo sono convinto che esista il progetto di fattibilità, troppo poco perché l'ampliamento possa essere realizzato in tempi così brevi come quelli annunciati dalla Giunta. Sono da definire anche i rapporti di gestione tra Comune e Provincia e le modalità di finanziamento dell'ampliamento del PalaRota che saranno oggetto di una interrogazione del Consigliere Provinciale Giampiero PANFILI.Ho manifestato le mie perplessità sulla tensostruttura esprimendo un voto di astensione, come risulta dai verbali di consiglio comunale, perché ritenevo che quello individuato non fosse il sito adatto e soprattutto perché gli atti che la Giunta nel tempo aveva prodotto, erano ambigui e rischiavano solo di far perdere tempo e di ostacolare la realizzazione di quella struttura polivalente capace di contenere dalla 2500-3000 persone così necessaria per la nostra città! Una struttura troppo spesso promessa e mai realizzata, utile per la nostra tradizione sportiva ma anche per ospitare manifestazioni sportive di caratura internazionale, oltre ad attività diverse quali quelle dello spettacolo in genere.Nei passati cinque anni si era parlato del nuovo palasport, per poi accorgersi che il nuovo Piano Regolatore Generale non prevede un area per la sua realizzazione. Si è parlato dell'ampliamento del palaRota, che oggi viene descritto come la panacea di tutti i mali. Al di là dei soliti proclami di ampliamento che risalgono già all'indomani della costruzione del palazzetto e che ogni volta vengono tirati fuori, oggi, dopo cinque anni in cui l'attuale Sindaco era il Vice di Brunini, la città si trova ad avere un PalaRota sensibilmente ridotto nella sua capienza e una tensostruttura per la quale sono stati spesi dei soldi per ampliarne le dimensioni iniziali e fare delle predisposizioni per contenere manifestazioni agonistiche, ridotta ad essere un grande contenitore di 2400 metri quadri da utilizzare solo per fare gli allenamenti.A quanto ammonteranno i costi di gestione per una struttura così grande ma da utilizzare solo per fare allenamenti. Nella delibera di Giunta n° 35 del 19/02/2009 si parla di verificare l'adeguatezza di tale struttura alle esigenze della MARAN C5, qualora avesse dovuto disputare un campionato di seria "A". Ebbene, dopo anni di promesse gli verrà messo a disposizione solo un campo regolamentare per gli allenamenti! Questa nuova giunta ha deciso anche in dissenso con la precedente, quindi in dissenso con le decisioni prese dall'allora Vicesindaco Benedetti, facendo marcia indietro sulla tensostruttura, in barba ai soldi spesi per il suo ampliamento. Come intende gestire le numerose problematiche degli altri impianti sportivi come il campo da calcio di San Nicolò, in parte recuperato ma ancora lontano dall'essere utilizzabile, e inoltre la pista di Atletica, la piscina, il progetto del campo da Baseball? La risposta a tutte queste domande sta forse nella promessa della realizzazione della cittadella dello sport al posto del costruendo ippodromo di Poreta?Ma forse sarà solo l'ennesima promessa!Oggetto: Interrogazione tensostruttura e ampliamento palaRota.Premesso che:1) Il 2 luglio 2007 viene approvato dal Consiglio Comunale in variante al Contratto di Quartiere 2, la costruzione di una tensostruttura di dimensione 40X50 altezza massima 12 metri costruita per contenere due campi regolari da pallacanestro. L'impellenza è dovuta alla chiusura dellle palestre delle scuole in cui saranno eseguiti i lavori di messa a norma antisismica. Secondo l'Assessore competente i lavori saranno terminati entro il 31 dicembre 2007 ed i costi relativi all'opera saranno di 380.000 euro.2) Con D.G. 435 del 11 dicembre 2007 la Giunta Comunale presieduta dal Sindaco Brunini delibera: "di approvare definitivo-esecutivo dei lavori di realizzazione di una tendostruttura polivalente sportiva e relative urbanizzazioni in via Laureti ....per un importo complessivo di € 800.000".3) Con riportato nella D.G. 35 del 19 febbraio 2008 la giunta presieduta dal Vicesindaco Benedetti (erano assenti il Sindaco Brunini e l'assessore con delega allo sport Stella) "dopo una attenta analisi e valutazione della situazione che potrebbero interessare la struttura di nuova realizzazione è emersa la possibilità che la Soc. Sportiva MARAN Spoleto di calcio a cinque che..... milita in serie "B", in relazione ai risultati ed alla classifica potrebbe trovarsi nella prossima stagione agonistica a giocare in serie "A" e quindi necessita di avere a disposizione una struttura adeguate e a norma per poter giocare;...... il progetto in questione si differenzia da quello approvato con deliberazione G.C. 435 principalmente nelle misure ......che passa da una dimensione di ml 40X50 ad una dimensione di ml 40X60 con conseguente potenziamento di tutti gli impianti e fondazioni. L'importo a base di gara sale a 885.000 euro.4) Il 23 giugno 2008 il consiglio comunale approva la cessione del diritto di superficie dove verrà costruita la tensostruttura ad una società di leasing che si impegna alla realizzazione della struttura.5) Il 21 luglio 2008 la Direzione Progettazione del Comune chiede alla Giunta: "...il progetto, approvato con delibera di GC 435 e successivamente integrato ( per ampliare l'area di gioco) con delibera di GC 35 il 19.02.2008 prevedeva la realizzazione di una struttura...... destinata ad ospitare allenamenti e non manifestazioni a carattere agonistico.....seppur si è previsto un campo di gioco regolamentare la struttura non presenta altre specifiche tecnico-funzionali per una sua omologazione da parte del CONI ". La mancanza di spettatori (max 99) non prevedeva preventivi pareri della commissione di vigilanza. Continuava la lettera : " considerato che sarebbe emersa, anche sulla base di diversi colloqui avuti con le altre Direzioni, la necessità di predisporre fin d'ora un adeguamento progettuale finalizzato ad un uso ufficiale della struttura, si rende necessario conoscere le Vs determinazioni in merito a quanto prospettato al fine di poter procedere". La fornitura delle tribune sarebbe stato un capitolo a parte.6) Il 22 luglio la Giunta tutta presente risponde con l'estratto n° 248 : "La giunta prende atto della nota allegata ( 21 luglio 2008) e ritiene necessario rendere idonea la struttura anche per competizioni a carattere agonistico. 7) Con D.G. 15 del 3 febbraio 2009 la giunta approva il progetto architettonico che sostituisce il permesso a costruire, dopo che il 23 dicembre 2008 il fornitore aveva trasmesso le specifiche tecniche e prestazionali, sulla base delle quali la Direzione Progettazione e Ambiente ha provveduto ad adeguare il progetto strutturale delle fondazioni inserendo, in ottemperanza a quanto previsto dalla Giunta il 22 luglio 2008 con l'estratto n° 248 le necessarie preparazioni e gli adeguamenti tali da predisporre la struttura per un suo completamento ai fini dell'utilizzo a livello di competizioni ufficiali.Constato che il 23 giugno c.a. è stata ordinata la sospensione dei lavori alla ditta esecutrice per approvare una perizia di variante,Verificato che il giorno 29 luglio e poi il 20 agosto la nuova Giunta presieduta dal nuovo Sindaco Benedetti chiedono di avere un quadro definitivo sui costi da sostenere per terminare la struttura con una destinazione per gare agonistiche( superiore a 99 posti).Appreso che il 28 agosto la decisione della Giunta comunicata a mezzo stampa è quella di dire no alla ipotesi di ampliamento della tensostruttura, perchè avrebbe comportato un notevole aumento dei costi per supplire la carenze di infrastrutture in primis i parcheggi, e che i lavori termineranno entro l'anno con le specifiche per contenere 99 persone, inoltre con lo stesso comunicato si annuncia che verrà ampliato il palaRota, nel frattempo diminuito ad una capienza di circa 700 spettatori. L'ampliamento avverrà tra maggio e ottobre 2010 e viene evidenziato che già esiste un progetto esecutivo.Accertato che la carpenteria metallica della tensostruttura già montata è quella ampliata cioè 40X60 come previsto dalla delibera di Giunta n°35 del 19/02/2008, e non come quella prevista dal progetto iniziale approvato dal Consiglio Comunale il 2 luglio 2007 che prevedeva una struttura 40X50 contenente due campi regolamentari per un accesso di 99 persone.Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere Comunale PROFILI Gianmarco interroga il Sindaco per sapere:1) Come mai il progetto iniziale cioè quello approvato in Consiglio Comunale ml 40X50 per 99 persone, come riportato nel verbale del consiglio doveva costare circa 380.000 euro ed invece nel progetto approvato dalla Giunta nel mese di dicembre del 2007 la cifra è salita ad 800.000 euro;2) Come mai la Giunta dai lei allora presieduta in qualità di Vicesindaco, nel febbraio del 2008 ha deciso di ampliare la superficie da 40X50 a 40x60 ml;3) Come mai nonostante il sottoscritto, come riportato nei verbali del Consiglio Comunale, abbia segnalato la problematica dei parcheggi, la Giunta fino ad oggi, ignorando le osservazioni sollevate, ha proseguito nella direzione della realizzazione della struttura predisposte per gare agonistiche per poi rinunciarci;4) A quanto ammontano e quali sono le voci di risparmio con la scelta di realizzare una struttura a 99 posti, invece di una omologata per gare agonistiche, ,5) Quanti soldi sono stati spesi rispetto al progetto iniziale approvato in consiglio, per fare le predisposizioni già realizzate della struttura per gare agonistiche, 6) Se sarà possibile cambiare la destinazione d'uso della tensostruttura, qualora l'Amministrazione lo ritenesse opportuno, e con quali costi aggiuntivi,7) Se per l'ampliamento del PalaRota è stato fatto un elenco dei prezzi ed eventuali analisi, se è stato predisposto lo schema di contratto ed un capitolato speciale d'appalto e se esiste un cronoprogramma dei lavori;8) Se l'ampliamento del PalaRota sarà a carico dell'Amministrazione Comunale o Provinciale.