giovedì 19 marzo 2009

Dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale, dopo 60 anni, la Destra Italiana si scioglie.

Il prossimo fine settimana se ne andrà un grande pezzo di storia della politica italiana, la Destra si scioglierà e confluirà nel grande partito riformista che si chiama il Popolo Delle Libertà.
La nostra storia inizia ben 62 anni fa, precisamente il 26 Dicembre 1946, quando i reduci della R.S.I. come Giorgio Almirante, Pino Romualdi e Manlio Sargenti, ed ex esponenti del partito fascista come Arturo Michelini si misero intorno ad un tavolo e decisero di dare voce a quelle persone che non si riconoscevano negli ideali del comunismo.
Il Movimento Sociale Italiano ebbe il suo battesimo elettorale nel 1948 quando ottenne il 2% di voti alla Camera e lo 0,8% al Senato. Da lì in poi il partito ebbe sempre più consensi, ma allo stesso tempo si dovette abituare ad una emarginazione nella scena politica, che anche con il ritorno alla segreteria di Giorgio Almirante, esponente storico e già segretario del movimento (che sostituì il più moderato Arturo Michelini, scomparso nel 1969), riuscì a migliorare questa situazione. Fu creata, nel dibattito politico, la locuzione "arco costituzionale" per indicare in pratica tutti partiti meno il MSI (la locuzione però si fondava anche sul rigetto, da parte del movimento, dei valori antifascisti contenuti nella Carta Costituzionale).
Almirante, grazie anche alle sue grandi capacità oratorie, seppe sfruttare politicamente questa emarginazione, costituendosi come unico partito al di fuori del presunto "regime", di cui avrebbe fatto parte una sotterranea alleanza consociativa fra la DC e le sinistre; con la crescente affermazione delle formule del centrosinistra e l'avvicinarsi delle proposte di compromesso storico, questa pretesa solitudine di opposizione guadagnò sempre più consensi.
Nel febbraio del 1972 Almirante riuscì a formare un'alleanza con il PDIUM, una delle maggiori formazioni monarchiche italiane, da cui derivò anche un mutamento di denominazione del partito, ora chiamato "Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale".
Negli anni '70 il consenso giovanile all'MSI-DN crebbe verticalmente ed andò ad alimentare lo scontro di piazza fra i cosiddetti "opposti estremismi". Il Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del partito e il FUAN, Fronte Universitario d’Azione Nazionale, si trovarono opposti alla FGCI, organizzazione giovanile del partito comunista e a quelle extraparlamentari.
Erano anni molti difficili per chi era vicino al MSI, in quell’epoca chi andava contro le ideologie comuniste era un nemico da stroncare, un nemico da uccidere a qualsiasi costo. Ricordiamo molti ragazzi uccisi dagli extra-parlamentari di sinistra, Ugo Venturini, i fratelli Mattei, Sergio Ramelli, Mikis Mantakas, Paolo Di Nella e molti altri giovani e non, che avevano solo il “coraggio” di essere di Destra.
Nel Congresso Nazionale del 1975, Almirante, sempre più propenso ad allargare il MSI verso un’ala più moderata che raccogliesse sempre più consensi si mise in contrapposizione con lo “zoccolo duro” del partito rappresentato da Pino Rauti, il quale quest’ultimo si mise in forte disaccordo con il segretatrio.
Dopo questo insuccesso elettorale e la morte di Almirante (22 maggio 1988) si alternarono alla segreteria del partito l'allora 35enne Gianfranco Fini (cresciuto in seno al Fronte della Gioventù), quindi Pino Rauti e dal 1991 ancora Fini, stavolta stabilmente. Il giovane delfino di Almirante stava portando il MSI verso ottimi risultati, fino a diventare nel 1993 il primo partito a Roma e Napoli, oltre ad altri piccoli Comuni. Nell'autunno del 1993, Gianfranco Fini decide di correre per la carica di sindaco di Roma, arrivando al ballottaggio contro Francesco Rutelli. Per la prima volta un esponente del MSI riceve un largo supporto. L'imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora attivo protagonista della politica italiana, affermò in quella occasione la propria scelta elettorale ribadendo che: "Se votassi a Roma, la mia preferenza andrebbe a Fini".Ormai la sua ascesa politica è avviata. Dopo le vittoriose elezioni politiche del 1994, sebbene Fini non farà personalmente parte del governo Berlusconi, per la prima volta nella storia della Repubblica l'esecutivo conterà quattro ministri appartenenti al suo partito, tra cui il vice presidente del Consiglio "Pinuccio" Giuseppe Tatarella.
Il 27 gennaio 1995, preso atto che AN si identificava in massima parte con la storica classe dirigente della Destra italiana, il MSI-DN si sciolse per lasciare definitivamente spazio alla sola Alleanza Nazionale. Fu il congresso che passerà alla storia come "svolta di Fiuggi", per via della città che ospitava l'ultima assise missina. Si consacra lì la cosiddetta svolta governista al partito, allargandolo a cattolici moderati e conservatori, e spingendolo verso il centro destra conservatore e liberale.
E siamo ad oggi, il 21 e 22 Marzo 2009, dopo 14 anni di grandi battaglie, di grande emozioni, con le lacrime agli occhi per l’emozione che ho scrivendo queste righe, AN non esisterà più, la FIAMMA che ardeva nelle nostre bandiere e nei nostri cuori sarà sostituita, ma i nostri valori, le nostre idee, i nostri ricordi, saranno un grande bagaglio che porteremo nel nuovo Grande partito nel centro- destra. Giorgio Almirante questo grande partito lo voleva, l’aveva intuito nel 1975, quando al Congresso Nazionale di Roma a Villa Miani sul Monte Mario, voleva allargare i confini del MSI con la Costituente di Destra, che secondo me, è il vero modello ispiratore nel partito unico di centro- destra.

Michele Leoni

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