giovedì 4 aprile 2013

Il problema non è il Ponte delle Torri!

Lontano da possibili strumentalizzazioni, nei confronti di vicende più o meno recenti, lontani dal voler utilizzare queste per scopi di visibilità mediatica, abbiamo convenuto di porre all'attenzione dei cittadini uno dei maggiori problemi che affliggono la nostra società, oggi più che mai caratterizzato dal voler risolvere le difficoltà della vita ponendo fine alla propria esistenza. La comunità spoletina è da decenni spettatrice passiva di tali gesti estremi compiuti dal Ponte delle Torri, non sono mancate negli anni soluzioni più o meno bizzarre per risolvere il problema, tra le tante quella della chiusura del monumento o quella della installazione di reti protettive. Si è sempre scelta la via più facile da perseguire credendo di risolvere la questione a valle quando invece secondo noi si deve agire a monte del problema, implementando le strutture esistenti messe a disposizione dei cittadini in difficoltà, intervenendo proprio nell'ambito sociologico, per evitare che tali gesti estremi vengano ancora posti in essere. E' giunto il momento di fare un po' di autocritica, in merito alla situazione che oggigiorno la società presenta davanti ai giovani e meno giovani, una società sempre più secolarizzata nella quale i valori della famiglia, della solidarietà e del rispetto del prossimo lasciano il posto ad un becero e vuoto individualismo, che comporta una corsa sfrenata alla autoaffermazione personale a tutti i costi, isolando chi si presenta come "diverso". Si deve intervenire soprattutto nei confronti dei giovani e degli adolescenti, oramai obbligati ad aderire a standard comportamentali precostituiti imposti indirettamente dai media, dove chi non si adegua viene emarginato accusato di essere uno "sfigato".  Uniformarsi a modelli comportamentali ritenuti giusti dai "più forti", fare ciò che dicono i mass media, porta inevitabilmente ad un decadimento morale nei soggetti piu fragili, che non riuscendo ad adeguarsi alla massa, sono risucchiati nel vortice della inadeguatezza e del successivo isolamento. Dobbiamo prevenire il compimento di questi gesti, attraverso il potenziamento delle strutture sociali preposte, allargando la fruibilità di tali servizi assistenziali soprattutto nelle scuole, dove la formazione della coscienza negli adolescenti è in pieno sviluppo. Affermare dunque come si è fatto, che il problema sia la messa in sicurezza del ponte delle Torri non farebbe di certo diminuire il numero dei suicidi, farebbe solo cambiare il metodo di esecuzione!

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