mercoledì 21 gennaio 2009

ESTRADIZIONE BATTISTI: La Maggioranza non anticipa l’argomento ed AN abbandona l’aula

di Giampiero Panfili (*)
Nell’ultima seduta del Consiglio Provinciale di Perugia, a seguito della presentazione dell’ordine del giorno da parte del Vice Presidente del Consiglio Provinciale Giampiero Panfili avente ad oggetto l’estradizione del brigatista Cesare Battisti si è assistito all’ennesimo comportamento arrogante della maggioranza che ha preferito evitare la discussione nel merito.
L’intento con il quale era stato presentato il documento era quello di rivendicare il ruolo ed il prestigio della tradizione giuridica italiana e del nostro Paese in generale di fronte alle accuse mosse dal Governo brasiliano nei confronti dell’Italia colpevole, secondo questo, di non tutelare adeguatamente i principi e i diritti tipici di un sistema garantista. Punto sul quale si è assistito alla convergenza pressoché unanime di tutte le forze politiche presenti in Parlamento in occasione di un dibattito scaturito sullo stesso tema ma, ancora una volta, si evidenzia che le posizione politiche del centro sinistra a livello periferico risultano essere maggiormente radicali rispetto a quelle nazionali.
Le difficoltà che il centro sinistra perugino riscontra nell’affrontare certi temi, sono emblematiche di un atteggiamento evidentemente fazioso ed ambiguo, da una parte si vorrebbe dare l’idea di essere forze politiche moderne e progressiste, dall’altra però permangono ed emergono tendenze ancora radicali ed ancorate a vecchi schemi ideologici che invece si vorrebbero far credere superati e disconosciuti.
Non vogliamo credere che i Consiglieri del centro sinistra ritengano l’Italia un Paese giuridicamente arretrato nei suoi istituti posti a tutela delle persone e delle libertà, nè vogliamo pensare che il centro sinistra umbro ravvisi il pericolo di persecuzioni politiche nel nostro sistema giudiziario, tuttavia, quando ad essere in ballo sono i “compagni che sbagliano” si preferisce evitare pronunce nel merito.
La base della questione, in questo caso, non è affatto ideologica nè tantomeno politica, il Brasile nega l’estradizione di un nostro connazionale assassino conclamato con sentenza passata in giudicato. Non si capisce perché vi sia tanta ritrosia nel voler discutere ed approvare un documento che, nel ribadire la nostra Alta Tradizione giuridica esprime una simbolica condanna delle parole di chi ha trattato, e sta trattando l’Italia, come un Paese arretrato nel quale i diritti umani e politici sono in pericolo.

(*) Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Perugia

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